Tetti scoperchiati alberi sradicati o spaccati dalla forza del vento. Violente mareggiate, nubifragi. Ricorderemo a lungo la tempesta di lunedì 29 ottobre
Un’intensa e vasta perturbazione ha colpito l’Italia a partire da sabato 27 ottobre. La giornata di maltempo più intenso è stata quella di lunedì 29.
La costa maremmana veniva spazzata per tutta la giornata da venti di scirocco con raffiche superiori ai 150-160 km/h; una delle mareggiate più violente degli ultimi decenni scuoteva scogliere, spiagge e porti.
La genesi della tempesta arriva da lontano. Una vasta saccatura ben strutturata a tutte le quote affondava verso il Mediterraneo occidentale, alimentata da masse d’aria di origine artica. L’Italia si trovava sul ramo ascendente di questa saccatura. Tra sabato e domenica un flusso di correnti meridionali pescava masse d’aria calde dal nord Africa che si caricavano di umidità scorrendo sul Canale di Sicilia e risalendo il Mar Tirreno. Già entro la sera di domenica ingenti piogge avevano interessato il nord Italia e, in particolare Liguria, settori alpini e prealpini. Le precipitazioni più consistenti si registravano sulle Alpi orientali dove martedì mattina si sarebbero registrati in molte località cumulati diffusamente superiori ai 3-400 mm. Il record spetta alla stazione di Malga Chiampuz(Forni di Sotto) con 870 mm di pioggia.
Abbondanti nevicate interessavano l’arco alpino, mediamente, al di sopra dei 2000-2200 metri, anche più in basso sulle Alpi occidentali.
Nella notte di lunedì 29 ottobre un primo violento temporale, anticipa l’arrivo del fronte freddo del pomeriggio
Intorno alle 3-4 di notte di lunedì un intenso temporale formatosi davanti il Golfo di Follonica avanzava con asse SW-NE (freccia fucsia) verso l’entroterra toscano interessando direttamente il senese.
Le forti raffiche di downburst (frecce blu) in caduta dal nucleo temporalesco acquisivano ancora più velocità scendendo le pendici collinari della Montagnola Senese (linea tratteggiata gialla). Qui, scorrendo sul Padule di Rosia, una delle poche aree pianeggianti e prive per alcuni chilometri di barriere orografiche, le raffiche aumentavano di intensità impattando frontalmente con le prime colline che ad est chiudono la zona pianeggiante (linea tratteggiata celeste).
Ecco perchè nella notte di lunedì 29 ottobre una piccola porzione di territorio del comune di Sovicille ha ricevuto i danni maggiori nel tratto compreso tra l’abitato delle Volte Basse e San Rocco a Pilli. A nord e a sud di questi paesi la complessa orografia del territorio ha di fatto smorzato l’impatto dei violenti venti di downburst facendo si che non si verificassero danni.
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La tempesta di lunedì 29 ottobre. L’Italia è attraversata da un turbine di vento, fulmini e acquazzoni
Lunedì 29 si approfondiva, molto rapidamente, un minimo di bassa pressione sull’area corso-ligure. Il gradiente barico(cioè la differenza di pressione atmosferica) rispetto all’Italia centrale risultava di 15-20 hpa. Si notino le isobare(linee di pressione atmosferica al suolo) ravvicinate. Forti venti da S/SE scuotevano i nostri mari occidentali; lo scirocco portava l’acqua alta a Venezia su valori eccezionali.
Una lunga linea temporalesca si organizzava lungo il fronte freddo che si era strutturato grazie al contrasto tra l’aria più fresca presente più a ovest che avanzava verso l’Italia e l’aria molto mite presente in loco.
Nel pomeriggio il fronte freddo attraversava, come un esercito a cui è impossibile opporre resistenza, tutta l’Italia. Sulla Toscana centro-meridionale come in molte altre zone di Italia si sommavano, al flusso impetuoso di correnti meridionali, le raffiche discendenti in seno alla linea temporalesca. Un altro downburst si è materializzato, in maniera più diffusa, scatenando una vera e propria tempesta di vento e acqua. Siena città è stata colpita intorno alle 16. Scoperchiato il tetto della scuola elementare Saffi, abbattute decine di alberi, allagate diverse aree avvallate. La centralina meteorologica mobile, posizionata ancora in Piazza del Campo e poi spostata il giorno successivo, segnava una punta di 640 mm/h le raffiche superavano i 110 km/h all’ex osservatorio di Poggio al Vento ai Cappuccini. Su molte zone del nostro territorio si aveva l’interruzione di corrente elettrica. A molti sarebbe tornata solo dopo alcune ore, ad alcuni addirittura dopo 24 ore.
Poche ore prima la mareggiata aveva raggiunto la sua massima forza sulla costa. Il mare “mangiava” le spiagge di Follonica, Castiglione della Pescaia. Raffiche oltre i 170 km/h nella cittadina del golfo oltre i 140 km/h a Marina di Grosseto. Problemi ad alcune imbarcazioni venivano segnalati nei porti più esposti a sud dall’Argentario al Giglio e nelle altre isole dell’Arcipelago toscano.
Una perturbazione che difficilmente verrà dimenticata. A pochi giorni di distanza ancora non si riesce a quantificare l’entità dei danni su molte zone di Italia. Seppur con caratteristiche ed esiti differenti per alcune aree del Nordest si tratta complessivamente della peggiore ondata di maltempo dal novembre 1966. In Toscana un evento con la E maiuscola, da ricordare più che altro per il forte vento. Una tempesta prevista e annunciata che dimostra ancora una volta tutta la nostra vulnerabilità a certi eventi estremi.
Grazie per tutte le spiegazioni ben dettagliate che ci date, utilissime a capire la situazione meterologica a Siena. Alessandra