Quando si parla di inverno, primavera, estate ed autunno è bene precisare la differenza tra stagione in termini meteorologici e quella in termini astronomici
La meteorologia e la climatologia hanno delle esigenze particolare e, anche ai fini delle medie statistiche, le stagioni non coincidono con quelle astronomiche. Anche nei nostri articoli citiamo spesso il concetto di stagione meteorologica. Con questo articolo intendiamo chiarire meglio la questione per non creare confusione nella testa di chi legge.
La stagione astronomica
Partiamo con il concetto tradizionale di stagione astronomica: nell’emisfero boreale (o settentrionale) dove risediamo, indicativamente l’inverno inizia il 22 dicembre e termina il 21 marzo, la primavera inizia il 21 marzo e termina il 20 giugno, l’estate inizia il 20 giugno e termina il 23 settembre, l’autunno inizia il 23 settembre e termina il 22 dicembre.
Perchè si dice indicativamente? L’alternanza delle stagioni è dovuta all’inclinazione dell’asse terrestre. A seconda di questa la Terra o, per meglio dire, le varie porzioni della Terra ricevono differenti quantità di radiazione solare nel corso dell’anno.
Quando uno dei due emisferi si trova in inverno i raggi solari colpiscono la superficie con una maggiore inclinazione rispetto all’orizzonte; di conseguenza si ha un minore irraggiamento la superficie assorbe meno calore e l’atmosfera risulta più fredda. Quando in un emisfero è estate, i raggi colpiscono perpendicolarmente rispetto all’orizzonte e la superficie assorbe maggior calore, con un conseguente aumento di temperatura.
Di conseguenza, non essendo una decisione convenzionale, ma dipendendo da parametri astronomici, l’esatto inizio e l’esatta fine di una stagione non avviene mai nello stesso momento, tutti gli anni. Talvolta può capitare che un anticipo o un ritardo di alcune ore faccia si che la stagione prenda il via anzitempo, il giorno precedente o al contrario slitti al giorno successivo rispetto a quanto indicato nella tabella sotto.
La stagione meteorologica
La stagione meteorologica è invece una convenzione umana che è nata per esigenze di tipo statistico e funzionale. Dal momento in cui, come già detto date di inizio e fine delle stagioni astronomiche sono indicative e possono variare leggermente di anno in anno, è stato necessario prendere questa decisione convenzionale. Alle medie latitudini (dove ricade gran parte del continente europeo) le stagioni astronomiche e quelle meteorologiche tendono comunque a sovrapporsi abbastanza fedelmente. La stagione più calda è in ogni caso quella estiva, la più fredda quella invernale, le mezze stagioni, primavera e autunno, sono di transizione. Alle latitudini equatoriali e tropicali non è così, e la distinzione più evidente è quella tra stagione umida e stagione secca.
[…] è da poco concluso l’inverno astronomico; è l’occasione giusta per fare un piccolo passo indietro e ripercorrere quanto accaduto […]