Per l’ennesima volta i media vanno oltre il dovere di cronaca abbandonandosi al sensazionalismo. Ma non è solo colpa loro

Avremmo evitato volentieri questo articolo di rettifica. Magari tornerà utile agli stessi giornalisti che ieri si sono affrettati a bollare come tromba d’aria gli effetti di raffiche di vento violente e turbolenti associate ad un temporale.
Abbiamo aspettato quasi 48 ore, ma ancora nessuna foto di tornado o anche solo nubi a imbuto ci sono giunte da Colle Val d’Elsa.

Abbiamo già criticato, in passato, il sensazionalismo giornalistico applicato alla meteorologia. Pochi giorni fa si è parlato di “maltempo killer”, di “tempo che uccide” in merito alla tragedia degli escursionisti travolti dalla piena improvvisa di un torrente in Calabria. Non entriamo nel merito di quanto accaduto, ma rendiamoci conto che certe espressioni non aiutano a creare una cultura della prevenzione nel nostro Paese. Il Paese, anzi la Regione, in cui se c’è un temporale ci si nasconde sotto gli alberi o se cadono i fulmini ci si riversa in mare. Tutti i cittadini, non solo chi fa escursioni, dovrebbero avere ben chiari i concetti di pericolosità e di rischio legati ad eventi meteorologici, o idrogeologici.

Il giornalismo vissuto come mero interesse economico

Tornando alla tromba d’aria di Colle Val d’Elsa, i media locali si sono guardati bene dal non disturbare quei noiosi di Meteo Siena 24 o quei tediosi del LaMMA con il rischio che smontassero il desiderio di raccontare qualcosa di clamoroso o epocale. Altrimenti la notizia dove sta, se si parla di vento forte?
Se di trombe marine se ne osservano spesso sul nostro litorale, i tornado in Toscana sono un evento raro. In ogni caso, in assenza di documentazioni fotografiche è del tutto sbagliato inventarsi di sana pianta trombe d’aria.

Questo è un tornado. Fonte wikipedia
Questo è un sistema temporalesco. Sul lato sinistro si nota la colonna d’aria fredda che dalla nube scende, insieme alla pioggia violenta, perpendicolarmente al suolo e impattandovi crea delle raffiche divergenti e turbolenti(il downburst). Fonte Marko Korosec

Tromba d’aria e tornado sono sinonimi, per chi non l’avesse capito

La prossima volta che accadrà un evento simile a quello di Colle(ogni giorno, più o meno si presenta questo rischio in prossimità di un comune temporale) in aree urbanizzate si parlerà nuovamente di tromba d’aria. E il giorno in cui una tromba d’aria si formerà davvero sulle nostre zone, di cosa parleremo?
Grazie a internet, e a una civiltà iperconnessa come la nostra, le notizie circolano più facilmente. Lo studio di fenomeni estremi come i tornado, in Italia, è estremamente giovane: mancano dati del passato e pochi sono gli strumenti nel presente per registrare e catalogare questi eventi. Una corretta informazione può essere di aiuto anche per la scienza e può colmare questa lacuna di dati.
Ma ai nostri amici giornalisti interessa solo il clickbait dell’utente inconsapevole

Effetti di un comune downburst
Effetti di un tornado o tromba d’aria

La carrellata di testate online o cartacee e anche di agenzie di stampa che hanno parlato impropriamente di tromba d’aria è lunghissima. E non solo i media locali, ma anche quelli nazionali sono caduti volontariamente nella trappola. Come sempre è stata una corsa a spararla più grossa(chi parla addirittura di più trombe d’aria o chi spiattella in copertina foto fake) e a spararla prima degli altri.

Valdelsa.net fa eccezione e offre un’informazione corretta ai suoi lettori

A questo punto non resta che citare chi è uscito fuori dal coro: l’eccezione che citiamo volentieri, è Alessandra Angioletti di Valdelsa.net
https://www.valdelsa.net/notizia/ondata-improvvisa-di-maltempo-in-val-d-elsa-i-danni-e-la-presunta-tromba-d-aria

Coniugando esigenze giornalistiche(tromba d’aria compare nel titolo dell’articolo, al fine di attirare l’utente) e capacità(l’unica ad aver contattato chi di meteorologia se ne occupa di mestiere) ha dimostrato di saper mettere al primo posto la volontà di informare e divulgare e poi l’interesse economico dei suoi datori di lavoro.

Grazie ad Alessandra Angioletti si viene a sapere che i Vigili del Fuoco hanno anche divulgato un comunicato in cui si parla chiaramente di “tromba d’aria”, rettificando poi, solo parzialmente, in “danni da piccola tromba d’aria”. Ma ormai la frittata era fatta. Il quadro è completo: quando al cieco interesse economico del giornalismo si somma l’ignoranza e l’assenza di cultura delle Istituzioni il risultato è questo. Per porre fine a questo delirio occorre che il nostro fragile Paese investa sulla cultura probabilistica. Occorre infine imporre delle regole e quindi prevedere un sistema di sanzioni per chi divulga notizie false o tendenziose.

 

 

 

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