Sono trascorsi ormai sette anni da quel 21 Ottobre 2013, dove la media provincia senese si risvegliò sotto il rumore dei fulmini e delle acque turbolente dei propri corsi d’acqua. Quel Lunedì mattina, un forte temporale autorigenerante si abbatté su una fascia di territorio che andava dalle pendici grossetane delle Metallifere e scorreva con direzione SW- NE verso la media-bassa val d’Arbia e le Crete senesi.
Ma come si era generato questo forte autorigenerante? Abbiamo provato a ripercorre quella giornata e la genesi del temporale che portò all’ alluvione.

Cause scatenanti. L’ analisi sinottica

L’ottobre 2013 fino a quel lunedì mattina era trascorso con temperature piuttosto miti, con punte nei giorni precedenti fin verso i 24/25°C e con un evento piovoso ad inizio mese che aveva apportato in diverse zone già accumuli pluviometrici superiori ai 100 mm. La colonna d’aria si presentava quindi ben carica di energia e i terreni già molto saturi con poca capacità di trattenere altra eventuale acqua. Domenica 20 ottobre un’area di alta pressione (1020-1026 hPa) tra Groenlandia e Mar di Norvegia unita ad una vasta circolazione depressionaria (982-991 hPa) estesa dal medio Atlantico alle Isole Britanniche, portava la corrente a getto a scorrere sull’ Europa Centrale creando, sull’ Italia settentrionale e sulla Toscana, un’area di convergenza tra le masse d’aria umida di matrice tirrenica e le correnti più secche provenienti da OSO(figura 1) In quest’ottica particolarmente importante risulta l’ incontro(figura 2) tra l’aria umida e mite in risalita dal Tirreno (flusso di Scirocco/Ostro) con quella più fresca e secca proveniente dalla Spagna/medio Atlantico (flusso di Libeccio) che favorisce, tra la sera e la notte, la formazione di una linea di instabilità tra Liguria e alta Toscana. Quest’ultima a causa del blocco anticiclonico tra Balcani e Mar Nero e degli elevati valori di geopotenziale, sull’ Italia centro-meridionale tenderà a stazionare per oltre 24 ore tra Toscana ed Emilia Romagna.


Figura 1. Pressione al suolo e fronti alle ore 18 UTC del 20 ottobre. Fonte Metoffice.gov.uk

Tra la sera del 20 e la notte del 21 ottobre la convergenza tra masse d’aria relativamente fresche e secche in risalita dalla Spagna e quelle più calde e umide provenienti dal Tirreno favorisce la rapida saturazione dei bassi strati sull’Italia centro-settentrionale. La presenza dell’alta pressione sui Balcani e di geopotenziali più elevati sul centro-sud Italia blocca il flusso convergente in corrispondenza della Toscana dove si attiva un’area temporalesca semi-stazionaria. Questa viene continuamente alimentata dall’ aria secca proveniente da sud-ovest e da quella umida e mite in risalita dal Tirreno.
L’innesco dei primi sistemi temporaleschi avviene grazie anche all’ orografia delle Apuane sul nord-ovest della regione poi, nella nottata si assiste al rapido moltiplicarsi di celle temporalesche periferiche che fanno a costituire un vasto MCS (Mesoscale Convective System).


Figura 2. Vento a 10 m alle ore 00 UTC del 21 ottobre. Si noti la presenza di due differenti flussi: uno di Libeccio(cerchio a sinistra)
ed uno, decisamente più intenso, di Ostro(cerchio a destra).
Fonte Lamma

Dall’ immagine satellitare(figura 3) del vapore acqueo a scala europea delle ore 23:45 UTC del 20 ottobre, si nota un corridoio d’aria secca che dal Marocco si distende fino all’ Italia nord occidentale passando per la Spagna e il flusso umido in risalita dal Tirreno. La convergenza tra le due masse d’aria di estrazione e di natura diversa, genera un’ area temporalesca (in bianco acceso) sulla Toscana. Del resto, già in sede previsionale, si poteva avere l’ idea dell’ esplosività delle situazione. La figura 4, mostra una mappa con i valori previsti degli indici termodinamici Total Totals e SWEAT(Severe Weather Threat Index) che, semplificando, misurano l’ energia potenziale del sistema. Più alto è il valore più alta è la probabilità di eventi estremi


Figura 3. Immagine satellitare relativa alle ore 23.45 UTC del 20 ottobre 2013. Fonte Lamma

Total Totals e Sweat Index, previsti per le ore 11 UTC del 21 ottobre, già 24 ore prima dell’ evento alluvionale. Fonte LAMMA

La cronaca dell’ evento

Proprio uno di questi sistemi temporaleschi periferici è quello che andrà a svilupparsi sulla Toscana centrale, sfruttando l’energia accumulata in quella zona di pianura grossetana compresa tra Castiglione della Pescaia-Grosseto e i primi contrafforti delle Metallifere nella zona di Roccastrada. Qui l’aria calda e mite nel suo sollevamento repentino a contatto con le metallifere generava il punto di innesco del temporale autorigenerante. All’ alba del 21 Ottobre  la media provincia senese si sveglia già con dei cumulati pluviometrici di tutto rispetto, varianti tra i 120/140 mm su una fascia di territorio che va da San Lorenzo a Merse fin verso Asciano, passando per Monteroni d’ Arbia e Buonconvento ( figura 5 ).

Fig.5. scatto radar del primo temporale autorigenerante della notte

In questo primo momento zone come Siena che distano pochi chilometri verso nord vedono non più di 10/15mm di pioggia, non immaginando cosa stia succedendo poco a sud. I fiumi iniziano subito la loro salita repentina, con la Merse, l’Arbia e l’Ombrone che già superano nei loro tratti il secondo livello di allerta e in molti casi già esondano. La strada SS223/E78, ben più nota come Siena-Grosseto, rimane chiusa al mattino, per allagamenti in corrispondenza delle risaie nella zona di Ponte a Macereto. I danni sono già molti , per non parlare di tutto il reticolo idrico minore ampiamente esondato. La mattinata comunque porta una pausa precipitativa e la sensazione che il peggio sia passato. Purtroppo è solo un’ illusione. Mentre le notizie cominciano ad arrivare da tutte le zone colpite già duramente, si riattiva nuovamente sulle medesime località un nuovo forte temporale autorigenerante che va a colpire ancor più gravemente un territorio già provato dalla notte appena trascorsa. Questa volta anche la città di Siena verrà colpita più direttamente, con aree allagate e smottamenti vari, ma ancora una volta è la Val di Merse e la Val d’Arbia che si trovano nel clou del sistema temporalesco. I dati che ci arrivano dai pluviometri di quelle zone sono allarmanti, con valori che a fine eventi in alcuni casi arrivano a sfiorare i 300mm caduti. E’ alluvione. I fiumi non reggono, l’ acqua invade paesi e campagne circostanti. L’Arbia esonda da Taverne fino al suo sbocco nell’ Ombrone a Buonconvento. Tutti i centri abitati sono allagati e la cassia interrotta. Esonda pure l’Ombrone a Buonconvento allagando il paese con 1 metro e oltre di acqua. Non è da meno Asciano e tanti altri centri abitati di questa zona di campagna senese. A fine evento sono innumerevoli i danni, con ponti distrutti e case allagate. Per capire meglio la portata di questo evento alluvionale alleghiamo una serie di dati pluviometrici e idrometrici registrati quel 21 Ottobre 2013.


Cumulati totali di pioggia a fine evento a scala regionale. Fonte CFR 

DATI PLUVIOMETRICI:

  • Monteroni d’Arbia 248.2 mm
  • San Lorenzo a Merse 272.6 mm

DATI IDROMETRICI:

  • Podere Nuovo – Monteroni d’Arbia  9,50 m
  • OmbroneGR Buonconvento – Buonconvento  9.93 m
  • Merse Montepescini – Murlo  4,26 m
  • Farma Petriolo – Monticiano  3,03 m

 

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